martedì 12 giugno 2012

Cos'è l'ipnosi regressiva a vite passate?

Ipnosi regressiva: clinica o a vite passate?

"...Ora sono una bambina piccola.... Penso di avere un anno di età... Non so che anno è, so solo di essere in un paese dove fa molto freddo.... Vicino a me c'è una signora con un abito di color rosso, sta leggendo un libro, sento la sua voce... Ci sono anche altre persone che stanno parlando... Sento odore di legno e di mare. L'odore è intenso... C'è qualcosa che non va... Mi manca il respiro .... Sono a pancia in giù e non riesco a respirare.... Sono in una culla fatta di legno... Non riesco a muovermi.... Piango, ma nessuno mi sente...Ora riesco a muovermi... Uso le mie braccia per spostarmi.... Ce l'ho fatta....Ora vedo una luce intensa... "

Lucia uscì dallo stato di trance molto lentamente in quella seduta. Quando riaprì gli occhi rimase per qualche minuto in silenzio. Poi cominciò a raccontarmi di essersi sentita come se avesse dormito per un' intera notte. In verità erano passati solo pochi minuti.


Lucia riusciva a ricordare solo alcune parti di ciò che era successo in stato di trance. Sentiva dentro di sé una profonda sensazione di pace e tranquillità. Lucia aveva appena vissuto un’esperienza di ipnosi regressiva.



Come funziona l'ipnosi regressiva?


Forse non sai che esistono due tipi di ipnosi regressiva: l'ipnosi regressiva clinica e l'ipnosi regressiva a vite precedenti.

L'ipnosi regressiva clinica è da tempo studiata sia perché facilita l'accesso e la rielaborazione di esperienze traumatiche avvenute nel passato, sia perché permette di riattivare risorse personali attive per un certo periodo della vita, ma che risultano essere bloccate nel presente.

L'ipnosi regressiva a vite precedenti e’ una tecnica sperimentale che facilita l'accesso ad esperienze di trance che possono assumere l’aspetto di precedenti vite.

In entrambe le forme, l' ipnoterapeuta attraverso delle suggestioni ipnotiche, in un primo momento facilita il crearsi di uno stato di pace e tranquillità, per poi passare ad approfondire lo stato di trance e creare un esperienza regressiva.

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Ti auguro una splendida giornata!
Dottor Barachetti

domenica 3 giugno 2012

L'ipnosi è pericolosa?



Qualche giorno fa ho ricevuto una chiamata di una mamma che richiedeva una seduta di ipnosi per suo
figlio. Dopo avermi descritto il quadro clinico di suo figlio, mi confessò di avere una domanda di cui si vergognava, ma che assolutamente doveva farmi. La domanda era questa : "L'iposi è pericolosa?"

La signora mi confidò anche che io ero già il quinto psicoterapaueta che chiamava, e a cui aveva chiesto chiarimenti sulla pericolosità dell'ipnosi. 

La risposta a questa domanda la si può trovare solo se si prende in esame l'ipnosi e la si sottopone ad uno studio attento e meticoloso. Fortunatamente negli ultimi 40 anni diversi ricercatori e clinici hanno analizzato l'ipnosi e  ora abbiamo una quantità di dati tali che ci danno la possibilità di capire se l'ipnosi è pericolosa oppure no.

Come faccio a capire se posso fare l'ipnosi?


Se viene fatta da uno specialista con una formazione in psicologia e psicoterapia ipnotica o da un medico con formazione in psicoterapia ipnotica, l'ipnosi non è pericolosa. 

Questa premessa è importante, perchè l'ipnosi fatta su certe tipologie di soggetti può generare spiacevoli esperienze. 

Per poter sapere se per te è adatta l'ipnosi è necessario fare un colloquio diagnostico.  Solo attraverso un'attenta diagnosi è possibile riconoscere se per te è adatto oppure no l' intervento di psicoterapia ipnotica. 

Dopo tutto nessuno prenderebbe un farmaco particolarmente forte senza aver priva sentito il parere del medico. 

Gli psicologi e medici sono gli unici specialista sul territorio italiano abilitati per legge a fare una diagnosi clinica e a dare indicazioni su quale trattamento clinico seguire. Inoltre, per fare una psicoterapia ipnotica  è necessario essere psicologi-psicoterapeuti o medici- psicoterapeuti specializzati in ipnosi.

Infatti,  è fondamentale una specifica preparazione in ipnositerapia che si può ottenere solo frequentando dei corsi di ipnosi clinica e, soprattutto aver fatto una supervisione del lavoro svolto con le persone trattate con l'ipnosi.


Ti auguro una splendida giornata!
Dott. Mauro Barachetti




Perche’ quando sono in ipnosi "non vedo niente"?


Ho conosciuto Bernardo in uno dei  corsi di ipnosi che ho frequentato.  Ti parlo di lui perche’, come tanti,  mi ha fatto una domanda molto importante,  e che riguarda un' esperienza che molti fanno ma di cui se ne parla poco.   


Bernardo è un imprenditore spagnolo e da sempre è  stato appassionato di tecniche di sviluppo personale. Quando lo incontrai mi disse che negli ultimi cinque anni aveva frequentato moltissimi corsi in giro per l' Europa. Ogni volta che provava gli esercizi di ipnosi o autoipnosi non riusciva nè a far emergere nè a focalizzarsi su nessuna immagine. 


Questo l'aveva portato a dubitare delle sue capacità e piano piano si stava convincendo di avere un "blocco inconscio inguaribile".  In realtà, la lettura che dava a ciò che gli stava succedendo, lo stava portando fuori strada. 

Perche’ in ipnosi non vedo niente?


La situazione di Bernardo mi ha fatto tornare alla mente ciò che anch'io ho sperimentato molte volte all'inizio della mia esperienza personale con l'ipnosi.

Le prime volte che provavo l'ipnosi, facevo sempre un'esperienza di uno stato di rilassamento molto profondo e piacevole.

Il rilassarmi era bellissimo, tuttavia c'era qualcosa che a quel tempo mi lasciava un pò insoddisfatto. Come Bernardo nonostante i vari tentativi, non riuscivo a vedere delle immagini.

Mi c'è voluta un pò di pratica e l'aiuto di buon ipnoterapeuta a far si che anch'io cominciassi "a vedere immagini", ovvero provassi la mia prima esperienza di visualizzazione.

Per questo motivo quando ci sono persone che mi richiedono una consulenza e mi dicono che, prima di contattarmi, hanno provato più volte senza risultato a "visualizzare", capisco benissimo il senso di frustrazione che provano.

Quando questo succedo mi viene in mente una frase che racchiude un grande segreto e che spesso dico hai miei pazienti:
"Quello di cui hai bisogno, non corrisponde necessariamente a ciò che vuoi!"

Questa frase porta con sé un grande insegnamento. Infatti, riesaminando le mie prime esperienze, ho capito che le prime volte non riuscivo a visualizzare immagini, perchè mi ero avvicinato all'ipnosi durante un periodo di studio e lavoro intenso. Il mio stile di vita mi i portava ad essere molto stressato. 

In oltre dominava in me un aspettativa diffusissima che prende il nome di "tutto e subito". Non che di per sè fosse sbagliata, ma causava in me tensione e frustrazione.

Solo dopo un po’ di tempo ho collegato ciò succedeva nella mia vita con ciò che provavo in ipnosi. Conducevo una vita stressante e ciò di cui avevo bisogno era rilassarmi. Rivedendo quel periodo ora mi appare chiaro che a quel tempo il mio inconscio mi stava dando ciò di cui avevo bisogno anche se non corrispondeva a ciò che volevo. 

Da quando ho cominciato ad accettare questo "suggerimento inconscio" le immagini sono arrivate. Tuttora, riesco a utilizzare la visualizzazione, ovvero uno dei più affascinanti fenomeni ipnotici.


Ti auguro una splendida giornata!
Dott. Mauro Barachetti

giovedì 31 maggio 2012

Ci si risveglia sempre dopo una seduta di Ipnosi?


Da quando pratico l’ipnosi-terapia, più di una volta mi è stata fatta la domanda "ci si risveglia sempre dopo una seduta di ipnosi"?

La storia di Maria può fare un po’ di chiarezza. Maria è una giovane ragazza di 22 anni. Si rivolge a me perché ha problemi di sonno. Nonostante tutti gli esami fatti non riesce a capire perchè non riesca a dormire. Prima di chiedere una seduta di ipnosi-terapia si era documentata moltissimo, nonostante ciò le era rimasto un duplice dubbio.

Il dubbio riguardava il come fosse possibile entrare in uno stato di trance simile al sonno e il come  risvegliarsi.

Dall' Induzione Ipnotica al Risveglio

L' induzione è la fase iniziale del processo ipnotico ed è la via maestra che ti porta dritto in uno stato di trance. Non tutti sviluppano uno stato di trance ipnotica velocemente. Personalmente, anch'io le prime volte che ho provato su di me l'ipnosi, mi sono applicato per sviluppare questa abilità.
Anche se ci sono persone che entrano in questo stato molto velocemente, di solito bisogna apprendere come fare per accedervi.

Dal momento in cui la tua mente fa esperienza di uno stato di trance, diventa poi più facile accedervi quando ripeti l'esperienza di ipnosi.


E' come quando impari una nuova abilità, come per esempio usare il computer, la prima volta non  sai bene come muoverti, poi  con l'esperienza diventi sempre più esperto.



La parte più facile di tutto il processo ipnotico è la fine dello stato ipnotico. Ovviamente quando questo è fatto da persone esperte. La presenza di uno psicoterapeuta specializzato in ipnosi-terapia è di fondamentale importanza durante tutto il processo, ma soprattutto nelle fasi iniziali e finali dell'intervento ipnoterapeutico.

Il risveglio, come la fase di induzione, può essere fatto sia attraverso il tuo pieno controllo oppure attraverso il controllo dell'operatore. Ci si risveglia sempre da una seduta di ipnosi, quello che a volte succede è che la persona scivoli in uno stato di trance così profondo da richiedere un pò di tempo per il risveglio.

Questo è ciò che è successo una volta a Maria. Solitamente tendeva a svegliarsi velocemente e a volte, soprattutto le prime, ad anticipare i tempi che le suggerivo per il risveglio. Verso la fine del nostro percorso terapeutico però una volta fu davvero difficile svegliarla.

Quando lo stato di trance cessò, incuriosito le chiesi se era successo qualcosa che non le permetteva di svegliarsi, e la sua risposta fu "dottore, stavo così bene in quello stato che non volevo abbandonarlo!"
Ora, ogni volta che mi chiedono "Ci si risveglia sempre dopo una seduta di Ipnosi?", mi viene da pensare a Maria.


Ti auguro una splendida giornata!
Dott. Mauro Barachetti

Quali sono gli atteggiamenti da adottare durante l' ipnosi?


Alan mi ha contattato qualche giorno fa perché incuriosito dall'ipnosi.  Il suo problema, tra l'altro molto comune alle persone che richiedono una psicoterapia con ipnosi, è l'ansia e attacchi di panico.
"Da un po’ di tempo", mi dice Alan durante il primo incontro, "mi sento agitato e ho i  pensieri fuori controllo. In particolare, mi appare speso un pensiero di una brutta vicenda che riguarda un episodio, molto triste e spiacevole, successo quando ero bambino."
Durante la prima seduta Alan è molto agitato e quando iniziamo a lavorare con l'ipnosi si irrigidisce molto. Quando gli dico di non preoccuparsi, che è normale avere un pò di timore, sul suo volto compare un sorriso di distensione.

Come affrontare un seduta di ipnosi?

Non esiste un modo giusto o sbagliato di affrontare una seduta di ipnosi.
Un ruolo importante all'inizio di una seduta  lo riveste la fiducia sia nella tecnica ipnotica sia nello psicoterapeuta che utilizza l'ipnosi.
Quando mi contattano per una consulenza psicoterapica, dedico sempre del tempo a costruire una relazione che si basi sulla fiducia.
Questo passaggio è importante, sia per Alan sia per tutti coloro che si avvicinano all'ipnosi, perché opinione diffusa credere che essere ipnotizzati equivale a perdere il controllo in un istante. In realtà nell'ipnosi clinica questo passaggio viene fatto con molta cautela, per evitare che certi meccanismi di difesa si attivino, portando così la persona a non cooperare e quindi ad opporsi al processo ipnotia

La disponibilità a collaborare infatti, ha un ruolo importante nel processo che conduce allo stato di trance ipnotica. I risultati migliori si ottengano quando una persona crede in quello che sta facendo
co.
Se parti senza convinzione , non hai buone probabilità di riuscita. Questo perchè l'ipnosi non è qualcosa che viene subito, ma è un processo che si crea e richiede la collaborazione e la partecipazione attiva della persona. Più sei disposto a collaborare più ti sarà facile essere coinvolto nel processo, traendo il massimo beneficio da ogni seduta di IpnosiTerapia.


Ti auguro una splendida giornata!
Dott. Mauro Barachetti

lunedì 30 aprile 2012

Si possono superare i rimpianti con l'ipnosi?


Ho incontrato per la prima volta Matteo qualche settimana fa. "Sono ormai passati 10 anni da quando ho iniziato il mio percorso di sviluppo personale" mi racconta Matteo. Durante i primi cinque minuti del nostro incontro, Matteo mi descrive velocemente tutti i corsi fatti per sviluppare le sue abilità di gestire il tempo, pianificare gli obiettivi e comunicare con gli altri.


Grazie al suo impegno, Matteo è riuscito, con il tempo, a superare la sua tendenza a procrastinare e la sua paura di fallire. Infatti, il motivo, per il quale, anni fa, ha iniziato il lavoro su se stesso, era superare questi ed altri suoi limiti.


Nonostante i buoni risultati ottenuti grazie alla partecipazione a vari corsi, sia a livello personale che lavorativo, da un po’ di tempo sono presenti in lui dei pensieri fastidiosi e invadenti, che lo portano a pensare continuamente a ciò che avrebbe potuto  fare, ma che non ha fatto. In altre parole Matteo è prigioniero dei suoi rimpianti.

Come superare i rimpianti con l'aiuto dell'Ipnosi?

I rimpianti sono una trappola mentale in grado di generare, in chi ne è vittima, molta sofferenza. La sensazione più comune è quella di provare angoscia e un senso di profonda frustrazione.

Alla base del rimpianto, c'è un meccanismo Autoipnotico fatto di autosuggestioni che si sviluppano da una formula base che suona così: "se solo ci avessi pensato prima..., mi sarei comportato in un altro modo ..." oppure "se solo ci avessi pensato prima...,avrei/non avrei  fatto questa scelta ...", etc.

La mente di chi è vittima dei rimpianti è come bloccata nel passato e, siccome sul passato non si può agire direttamente modificando i fatti, rimane prigioniera di un senso di impotenza che genera dolore.


Ovviamente,  chi ne è vittima, prova a superare il rimpianto utilizzando la  forza di volonta' con l'obiettivo di evitare di pensarci e scacciare via i pensieri fastidiosi.

Anche in questo caso, come spesso accade, la sola forza di volontà non basta, anzi aumenta il senso di impotenza e frustrazione.

Lavorando con l'ipnosi clinica, Matteo ha scoperto che dietro al rimpianto si nascondeva una grande tristezza e la convinzione di non essere all'altezza.

Esplorando con l'ipnosi questa sua credenza e l'emozione ad essa collegata, Matteo e' venuto a conoscenza di certe modi di pensare e agire che aveva sempre sottovalutato, ma che erano alla base dei suoi ripianti.


Ti auguro una splendida giornata!
Dott. Mauro Barachetti